Se non avete vissuto sotto un sasso negli ultimi 10 anni, vi sarete resi conto di come Disney ha saputo utilizzare i pregi comunicativi del transmedia storytelling emozionando centinaia di milioni di fan in tutto il mondo con il Marvel Cinematic Universe.

A prescindere dalla promozione cinematografica, culminata in questo caso con la realizzazione del campione di incassi Avengers: Endgame, il transmedia storytelling è una tecnica di narrazione che può essere adattata a qualsiasi tipo di mercato che può “raccontare” un prodotto o un servizio.

Qualche anno fa, durante le mie prime lezioni di narrazione transmediale a Roma, ero convinto che in Italia il transmedia potesse essere uno strumento confinato al mercato televisivo o cinematografico, una configurazione di prodotti che avrebbero “aiutato” il film a vendere più biglietti al cinema.

Beh, mi sbagliavo.

La differenza tra il mercato dell’intrattenimento italiano e quello statunitense è, come dire, meravigliosa. Questo perché l’Italia ha un inestimabile tesoro, purtroppo blindato dall’incapacità di innovare di certe amministrazioni o dall’impossibilità di accesso ai fondi per il turismo o, caso ancora più grave, dal tenebroso sistema di attribuzione del budget per la realizzazione di opere digitali.

Ovviamente il tesoro di cui parlo sono i beni culturali, un mercato che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella rivoluzione dell’industria 4.0.

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Basta una rapida lettura alla tabella dei dati storici per tipologia di Istituto Museale relativa alle visite e agli introiti degli ultimi 20 anni per renderci conto di quanto il mercato dei Beni Culturali sia sano e in via d’espansione ma, purtroppo, vivo grazie a pochi luoghi d’arte che accolgono milioni di turisti ogni anno.

Come realizzare esperienze che non aumentino il valore dei già celebri scavi archeologici di Pompei o del Colosseo romano?

In Italia esistono dei tesori meravigliosi sconosciuti alla maggioranza dei turisti e che meriterebbero una visita per permettere al territorio di crescere e di vendere i propri prodotti tipici.

Un territorio ricco di storie che aspettano soltanto di essere raccontate, insomma.

Il transmedia consentirebbe così di “spezzare” queste storie, creando un percorso che consenta ai visitatori di “collezionare” esperienze, alla ricerca di nuove emozioni.

Una famiglia in visita a Benevento, la città delle streghe, potrebbe affascinarsi ad una storia letta online per poi doversi necessariamente recare in loco per conoscerne la continuazione, attraverso un libro, un cortometraggio, un videogame.

Il transmedia può così fare tantissimo per il territorio, ottimizzando il marketing territoriale di aziende che vogliono aumentare la distribuzione su portata nazionale e internazionale, tutelando i tesori della propria terra.