Molto spesso capita di tralasciare alcuni aspetti importanti nella gestione delle nostre riprese. Quando ragioniamo sul tipo di inquadratura da utilizzare, è essenziale focalizzare l’attenzione sul tipo di angolazione con cui racconteremo il soggetto. Solo in questo modo riusciremo a centrare al meglio il nostro obiettivo principale: raccontare una storia, emozionando.

Che cos’è l’angolazione di ripresa?

L’angolazione di ripresa è il punto di vista che il regista adotta per guardare il soggetto. Essa non può essere mai casuale: ogni soluzione che adotteremo provocherà una diversa reazione nella nostra audience.

In generale, suddividiamo le angolazioni in due tipi: in senso verticale e in senso orizzontale.

Le angolazioni di ripresa in senso verticale

L’angolazione “a piombo”

L’angolazione a piombo è un tipo di ripresa molto comune nell’ultimo periodo, data la grande affluenza sul mercato di droni con telecamera di tutti i tipi, forme e misure (avete già letto la nostra recensione di DJI Spark qui?). Questo tipo di ripresa permette di guardare uno spazio completamente dall’alto.
L’utilizzo che se ne fa, oltre a creare un effetto “wow” legato a un particolare ambiente o zona, è quello di dare un’idea dello spostamento dei soggetti, o di creare l’effetto vertigine. Avete presente Spider-man Homecoming? Beh, è un esempio calzante!
L’angolazione dall’alto

L’angolazione dall’alto viene spesso utilizzata per persone e ambienti per rispondere essenzialmente ad esigenze diverse. Sulla persona crea uno stato di soggezione o una sensazione di schiacciamento. Ponendoci dal punto di vista dello spettatore, un’angolazione dall’alto richiama alla visione che l’adulto ha nei confronti di un bambino, alla sensazione che una persona superiore può sentire rispetto a una persona che reputa inferiore ecc.
La sensazione di schiacciamento tipica dell’angolazione dall’alto amplifica le situazioni da stress andando a catalizzare l’emozione dello spettatore nei confronti dello status del soggetto ripreso.
Nelle riprese con molti soggetti l’angolazione dall’alto serve a mostrare con chiarezza il movimento dei soggetti e la loro disposizione nello
spazio.
L’angolazione orizzontale

Ph. Alina Gnerre – Flickr

L’angolazione orizzontale corrisponde alla maniera usuale con cui siamo soliti vedere le persone e le cose, più o meno alla nostra altezza.

Si tratta di un’angolazione molto diretta, in quanto il soggetto si rivolge direttamente a noi come suo pari, favorendo il processo di immedesimazione (empatia) nei confronti dello spettatore.
L’angolazione dal basso
L’angolazione dal basso consente di trasmettere un senso di potere e ammirazione nei confronti dello spettatore. L’utilizzo di questa angolazione consente di ampliare l’autorevolezza del soggetto ripreso e ne amplifica il significato all’interno della storia.
Guardare una persona dal basso crea istintivamente nello spettatore un senso di inferiorità e, se utilizzato con soggetti come animali o bambini crea un effetto comico o di tensione. Vi ricordate il film Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi?
L’angolazione supina

L’angolazione supina è una versione estrema dell’angolazione dal basso. È come se guardassimo un monumento, un oggetto o un edificio stando sdraiati a terra. Questa inquadratura provoca una sensazione amplificata perché corrisponde a un tipo di sguardo a cui non siamo abituati e che percepiamo come un ingigantimento (o per l’angolazione a piombo un rimpicciolimento) della condizione naturale delle cose. Ovviamente, in marketing, questa angolazione può essere utilizzata per esaltare il logo di un brand su un prodotto o su un grattacielo (video girati a times square o similari).

Le angolazioni di ripresa in senso orizzontale

L’angolazione frontale
Quando parliamo di posizionamento orizzontale della telecamera andiamo a studiare un’angolazione che, nella pratica, gira intorno al soggetto su un ipotetico asse X. Nel caso dell’angolazione frontale la videocamera è posizionata di fronte al soggetto. In base alla nostra distanza dal soggetto potremo apprezzarne i dettagli o solo la forma (se avete perso il nostro articolo su campi e piano potete recuperarlo qui).

Questa angolazione coinvolge lo spettatore in modo diretto in quanto percepiamo la presenza del soggetto inquadrato come se stesse dritto davanti a noi.

L’angolazione di tre quarti

Questa angolazione crea un maggiore distacco nei confronti dello spettatore ma viene utilizzata molto spesso per riprendere una conversazione o un dialogo tra due o più persone. Nell’angolazione di tre quarti possiamo apprezzare parte del viso del soggetto e comporre un’inquadratura che racconti anche parte dell’ambiente.

L’angolazione di profilo

Non vi capiterà molto spesso di riprendere una persona di profilo, a meno che non stiate girando un documentario o un videoclip musicale. Non esiste certo una regola per utilizzare il profilo, ma avrete sicuramente l’esigenza di raccontare una storia con questa angolazione quando non vorrete esporre completamente la fisionomia e la mimica facciale del soggetto ripreso.

L’angolazione di spalle

In questo genere di ripresa, il soggetto viene visto da dietro. È una ripresa molto forte e prova a creare un effetto empatico con il soggetto, mostrando ciò che lui sta guardando. Altre volte l’angolazione di spalle serve a mantenere l’incognita sul personaggio inquadrato, oppure a creare una situazione di tensione tipica di un inseguimento.
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