Questo articolo vuole rispondere a un argomento molto discusso per il quale io non ho una competenza assoluta, di cui non detengo la verità e, soprattutto, i miei consigli sono frutto della mia esperienza personale e non saranno sicuramente validi per tutti. Inoltre questo articolo non vuole consigliare chi offre la propria collaborazione in cambio di prodotti e/o servizi di alcun tipo.

Una delle domande più frequenti che viene posta online sui forum di settore da chi si affaccia al settore video per la prima volta con un approccio professionale è sicuramente:

Quanto devo farmi pagare?

Nonostante il valore dei lavori artistici e creativi in Italia venga considerato al di sotto della soglia di fatturazione internazionale, bisogna certamente imparare a proporre sul mercato la migliore offerta. Ma come iniziare a generare un reddito grazie al lavoro di videomaker?

Regolarizza la tua posizione fiscale

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Se hai intenzione di produrre contenuti video e/o grafici di qualsiasi tipo, la prima mossa utile da fare è quella di affidarsi a un buon commercialista che sappia consigliarti nella scelta della tua posizione fiscale. In molti ti diranno che si tratta di un’operazione difficile, complicata o, addirittura, impossibile da affontare all’inizio. Nulla di più sbagliato. Qualsiasi sia la tua attività è necessario regolarizzare la posizione fiscale in modo da conoscere una serie di elementi fondamentali nella stesura di un preventivo come, ad esempio: aliquote da pagare, collaborazioni esterne, acquisti di prodotti o servizi utili alla lavorazione di un prodotto.

Studia il mercato, ma non rompere gli equilibri dello stesso

La cosa più importante da fare è capire come proporre un’offerta competitiva rispetto al mercato di riferimento ma, attenzione, non si tratta di lavorare in forma gratuita (o quasi!) ma di capire precisamente come funziona il mercato. Chiedi in giro a colleghi che lavorano da qualche tempo in più di te, proponi al cliente diverse soluzioni di budget, studia le offerte che ci sono in giro.

Fai attenzione a non chiedere troppo poco per un lavoro, rischierai di svalutare il tuo (arduo) lavoro e, soprattutto, di creare una competizione sfavorevole nel mercato che impedirà la tua crescita (sarai costretto a fare sempre lo stesso prezzo basso) e, soprattutto, la crescita dei tuoi colleghi e competitors (credevi davvero di essere l’unico videomaker sulla piazza?)

Sì, ma come si calcola il valore del mio lavoro?

Esistono diversi criteri di valutazione per calcolare il valore (e il prezzo) del proprio lavoro. In generale, vale la regola della retribuzione giornaliera (oppure oraria) rispetto alla strumentazione e alle competenze che mettiamo sul piatto.

Se hai una laurea magistrale e ti occupi di tutta la filiera produttiva (dalla progettazione all’editing finale) molto probabilmente il costo di una tua giornata di lavoro sarà molto più alto di chi si occuperà soltanto di girare e montare un progetto. Oltre alle competenze bisogna tenere conto anche della strumentazione a disposizione: è giusto che chi fa investimenti maggiori debba puntare al giusto valore di ROI (ritorno sugli investimenti) e quindi al guadagno che permetta di autofinanziare la propria attività.

In generale, è importante fissare un compenso orario per lavori veloci, ma vi capiterà sempre più spesso di calcolare il vostro preventivo sulla base di un forfait. Fate attenzione a calcolare le vostre esigenze sulla base di un risultato netto ovvero una cifra alla quale dovrete aggiungere le tasse da pagare allo Stato. Solo in questo modo riuscirete a comprendere precisamente il valore del vostro lavoro e permetterete al vostro cliente di valutare la vostra competenza in base ad un equilibrio tra domanda e offerta.

Scrivi un preventivo molto dettagliato

Quando scrivi il tuo preventivo cerca di essere molto dettagliato, anche se non hai la sicurezza che la tua offerta sarà successivamente selezionata dal cliente. In questo modo avrai la possibilità di essere apprezzato come un professionista serio ma, soprattutto, l’accettazione di questo preventivo fungerà da contratto per le richieste del cliente. Ti servirà insomma come forma di tutela nel caso in cui il cliente possa avanzare richieste diverse rispetto a quanto preventivato e accordato in precedenza. Tra la proposta di un’offerta e la realizzazione di un progetto creativo passa molto tempo e, soprattutto, cambiano molte idee. È necessario che tu faccia firmare al tuo cliente un contratto di fornitura (ne parleremo in seguito) e che tu fornisca un preventivo molto dettagliato della tua prestazione futura.

Un esempio di dettaglio può essere: strumentazione utilizzata per il video, strumentazione audio, servizi di montaggio, servizi di doppiaggio, modalità di progettazione e scrittura, giorni e monte ore per la lavorazione ecc.

Ascolta il cliente e valuta la sua offerta

Siamo abituati a parlare dei clienti come delle entità aliene; in realtà si tratta di persone come tutte le altre, alla ricerca della migliore offerta, del risparmio facile, di persone che non comprendono il lavoro altrui, il più delle volte. Certo non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma ti capiterà di interfacciarti con clienti che comprenderanno il valore del tuo lavoro e, altre volte, di comunicare con un vero e proprio muro. Spesso verrà preferito a te un parente stretto del tuo cliente che farà lo stesso lavoro per una cifra ridicola, se porterà bene o male il suo lavoro non dovrà interessarti. Abituati a chiedere il giusto prezzo per le tue produzioni e diffida da chi cerca strane metodologie di pagamento o screditerà il tuo lavoro. Pattuisci termini e condizioni di pagamento in anticipo e, se non sei convinto della proposta, fai un passo indietro.

A volte è meglio imparare a dire di no. Ne guadagnano tutti.